Inizia il countdown del campionato mondiale di calcio
Inizia il countdown del campionato mondiale di calcio
Al via in Qatar il mondiale più discusso della storia
Analizziamo luci e ombre dell’evento calcistico più importante e lo stato di salute delle nazionali che ne prenderanno parte
E’ senza ombra di dubbio che dal 20 novembre al 18 dicembre 2022 avrà luogo in Qatar la competizione dei mondiali di calcio più particolare (per usare un eufemismo) e discussa di sempre. I motivi sono davvero molteplici, spaziano da quelli prettamente sportivi a quelli sociopolitici, a mio avviso più delicati e importanti da prendere in considerazione. La ventiduesima edizione, come prima particolarità, si svolgerà in autunno nel bel mezzo della stagione sportiva, invece che in estate a campionati ultimati. L’accusa dei club è chiaramente quella legata all’interruzione di un’inerzia positiva dell’andamento della squadra e con l’occhio rivolto ai possibili infortuni dei propri calciatori. Temi sicuramente più importanti passano dalla corruzione per la sua assegnazione nel 2010, alla morte di oltre 6.000 lavoratori per la costruzione di stadi e infrastrutture in un paese in cui i migranti costituiscono la quasi totalità della forza lavoro, ai prezzi esorbitanti (1000 euro a notte) per il soggiorno dei tifosi, roba quindi esclusivamente per ricchi. Da sottolineare, inoltre e soprattutto, le minacce di azioni repressive per gli esponenti della comunità Lgbtqia+ e il divieto di manifestare. Tutti fattori che hanno provocato normali reazioni, dai boicottaggi alla partecipazione dei giocatori a quelli dei tifosi. Azioni su misura che vogliono scuotere le coscienze sui giusti e sacrosanti diritti civili e che non vogliono ulteriormente arricchire il paese che li ospita.
Sarà un mondiale particolare, è vero, sarà l’ultimo ballo per tanti calciatori, Messi e Ronaldo su tutti passando per Modric, Busquets e Thiago Silva, tutti capitani delle rispettive nazionali. Nazionali, che come tutti sanno, non vedranno la nostra partecipare per la seconda edizione consecutiva, una tristezza inaudita che fa male, tanto. La detentrice del titolo, La Francia, si presenta bene anche senza Pogba, con la coppia d’attacco fresca di pallone d’oro presente e futura Benzema-Mbappe. Un Brasile in forma in cerca di riscatto dopo l’ultima edizione con Neymar a trascinare la squadra. Nello stesso girone Spagna e Germania, la prima in cerca di risposte viste le giovani leve, Gavi, Pedri e Fati su tutti, e la seconda un po’ più anziana ma dosata e collaudata bene per confermare la propria solidità. In cerca di fortuna l’Inghilterra che vorrebbe essere la sorpresa del torneo, col quotatissimo capocannoniere Harry Kane e il giovane Foden a crederci per primi. L’Olanda, nello stesso gruppo del paese ospitante guidata dalla vecchia volpe Van Gaal e con in campo i quattro “italiani”, prova ad arrivare fino in fondo così come il Belgio, capitanata da Hazard insieme ad un Lukaku attualmente lontano dalla forma migliore. Vietato non puntare sul Portogallo di CR7, una rosa completa (quella più di tutti per me) che punta dritta a vincere il mondiale dopo l’Europeo del 2016. Chiude fra le grandi l’Argentina, che vorrebbe vedere Messi alzare per la prima volta la coppa del mondo e togliere (agli stupidi) il dubbio su chi abbia scritto nel modo migliore le pagine più belle della storia di questo sport. Non ci resta che aspettare una settimana per goderci l’evento calcistico più importante, emozionante e bello di sempre, il mondiale. Un calcio, questo, che cambia velocemente, nel gioco e nelle regole. Regole a volte giuste e regole spesso sbagliate, ma che non intaccheranno mai l’amore e la passione per il pallone.
Otto stadi per cinque città qatariote, 32 squadre che lotteranno per rendere il proprio paese e la loro gente felici e orgogliosi. Gioia e festa sugli spalti per i propri campioni in campo, entusiasmo e curiosità per le strade, musica e balli. In un mese più di trenta culture si ritroveranno tutte insieme. Nulla è più bello, e questo dovrà essere quanto.