Jannik ci sei quasi
A Rotterdam Sinner sfiora il secondo successo consecutivo dopo aver trionfato a Montpellier
Si è consumata poco fa la seconda finale in sette giorni per il nostro Jannik Sinner. L’esito purtroppo non è felice come quello di settimana scorsa, ma l’italiano porta a casa buone sensazioni e punti fermi da cui ripartire. Sinner perde oggi la sua seconda finale su nove disputate in carriera, una media notevole che sta a significare una solidità mentale seconda a nessuno seppur ancora alla ricerca del primo master 1000 e del primo torneo del Grande Slam. L’avversario con il quale ha dovuto deporre la racchetta è Medvedev, il russo che vince oggi il suo primo titolo del 2023 reduce da una stagione deludente, prova a ripartire da questo 5–7, 6–2, 6–2. Sinner in questo torneo ha finalmente avuto la meglio contro un top five e più precisamente ha schiantato il greco Tsitsipas n. 3 del mondo, e preso a pallate il buon Stan Wawrinka che va bene essere ormai un ex tennista, ma è pur sempre un vincitore di tre Major e per questo merita rispetto e considerazione. Il 22enne italiano ha mostrato in settimana grandi prodezze in accelerazione sia di dritto che di rovescio, specie lungo-linea. Intelligente nel leggere lo schema dell’avversario, si è mostrato in notevoli condizioni fisiche, sempre davanti alla palla e in grado di offrire speciali recuperi quando l’avversario affondava il colpo. Preciso, oltretutto, da fondo campo e bravissimo a tenere lontano dal rettangolo l’avversario mettendolo spesso in difficoltà anche con le palle corte. Questi tornei fanno bene a Sinner in ottica Stati Uniti, ora il tennis che conta si sposterà a Inidan Wells e Miami (due master 1000) dove non ho dubbi ne vedremo delle belle. Il fondamentale su cui dovrà lavorare di più quanto meno per accorciare alcuni scambi, e soprattutto per venir fuori da alcune situazioni precarie, è ovviamente il servizio. Va bene che è migliorato rispetto ad alcuni mesi fa, ma ancora non basta. Se la prima palla non entra o entra poco, la seconda entra male, più debole della media e sicuramente più prevedibile. La meccanica di preparazione e di esecuzione è praticamente perfetta (paradossalmente destabilizza questo), probabilmente dovrà lavorare sui propri muscoli o su altri piccolissimi dettagli, ma siamo fiduciosi che il suo lavoro e quello del suo angolo sapranno stupirci. Speriamo.
Jannik è consapevole del duro compito che lo aspetta per potersi presentare al meglio in ogni torneo, raramente si vedono ragazzi così sicuri dei propri mezzi e altrettanto umili da sapere dove migliorare e pronti a sacrificarsi per poterci riuscire. L’Italia ha un grande patrimonio fra le mani, e Sinner in cuor suo si porterà sulle spalle questo fardello senza problemi. Il ragazzo si farà, statene certi.