Champions League, in Turchia il campione d’Europa
La finale di Istanbul sarà il primo incontro ufficiale tra Inter e Manchester City
Avrà luogo stasera, sabato 10 giugno 2023, la finale di Champions League. A contendersi la coppa dalle grandi orecchie il Man-C di Josep Guardiola e l’Inter di Simone Inzaghi. La palla sarà contesa sul tappeto verde dello stadio Olimpico Atatürk davanti a più di 75.000 paganti, proprio lui, il teatro dei folli sei minuti del Milan nella finale contro il Liverpool nel 2005. Le due squadre arrivano bene all’appuntamento dell’anno, quella inglese già forte della Premier League e dell’FA Cup, affronta l’italiana regina invece della coppa Italia. Due cammini differenti in Champions, due squadre diverse tra loro, due allenatori con filosofie dissimili, ma con l’obiettivo in comune di portare a casa la Coppa dei Campioni. I Citizens, con il loro possesso palla tra l’altro difficile da interpretare dato che vengono adottate disposizioni tattiche molto variabili nel corso della partita, e nella fase di non possesso l’ambizione di recuperare il prima possibile la palla cercando di trovarsi in superiorità numerica lì intorno, partono favoriti. Luoghi comuni che a volte non fanno i conti con realtà più concrete; è il calcio di Inzaghi, lanci lunghi in contropiede a cercare la profondità, e far scalare gli esterni di centrocampo e abbassare la squadra quando la palla ce l’hanno gli altri. Per la squadra milanese sarà dura fronteggiare e avere la meglio su Haaland, capace come nessuno di capitalizzare al meglio gli assist di Grealish da una parte, e quelli di De Bruyne che invece possono arrivare da ogni zona del campo. Pep ha sicuramente più uomini abituati a fare gol, costruisce dal basso col portiere perché ha una squadra colma di tecnica, i giocatori spesso ruotano per non dare punti di riferimento all’avversario e sanno leggere molto bene insieme le partite. Dovranno stare però attenti ai punti di forza dei nerazzurri, anche loro bravi a intercambiarsi, a sfruttare poi le sponde e l’imprevedibilità di Dzeko, l’agilità, il fiuto del gol e la forza fisica di Lautaro, imbucati entrambi dai cross sulle fasce dei soliti Dimarco e Dumfries. Lukaku molto probabilmente partirà dalla panchina, ma è chiaramente un lusso che vedremo in campo. Guardiola dovrà guardarsi però anche dal centrocampo interista, specialmente dai lampi di Barella, sempre ovunque, e da Brozović capace di essere pericoloso sia in fase di possesso palla che senza.
Sarà una notte che nessuno dimenticherà, la storia interista che cerca la quarta affermazione nella competizione contro quella del Manchester City che cerca invece la prima. Inzaghi, mago di questi tornei, contro il re del calcio champagne, Pep Guardiola. L’impressione è che sia lo spagnolo quello ad avere qualcosa in più da perdere, lui che è sempre stato vicino a questa coppa, lui che con la corazzata Bayern Monaco non è riuscito a vincerla e con il City dal 2016 ci gira intorno come un matto; l’allenatore più bravo di sempre che è riuscito a vincerla solo col Barcellona stellare di Messi, Iniesta e Xavi, dicono. L’Inter invece che giocherà senza paura, con meno pressioni, si è ampiamente meritata la finale anche se in pochi avrebbero scommesso che sarebbe arrivata fino in fondo, portarla a casa oggi sarebbe quindi ancora più bello per i propri tifosi. Insomma, fra poche ore sapremo di quale colore brillerà il cielo di Istanbul.