La F1 riparte, la Ferrari no
Inizia finalmente il mondiale, debutto da dimenticare per la scuderia del cavallino
Domenica scorsa ha preso il via il mondiale di F1. Il Bahrain ha ospitato la prima gara del 2023 che ha già messo in chiaro le cose, la RedBull (doppietta) che passeggia sia in qualifica che in gara, è la macchina da battere. Si riprende da dove si è concluso insomma, peccato che a dargli testa nel week end non abbiamo registrato la rossa di Maranello. La Ferrari infatti delude all’esordio, stecca in qualifica dove andava forte anno scorso, e nonostante al sabato i meccanici avessero sostituito la batteria dell’ibrido e la centralina della macchina numero 16, al quarantunesimo giro del Gp un guasto alla nuova centralina ha mandato fuori giri il motore togliendogli potenza. Leclerc quindi parcheggia e chiude in scooter, Sainz invece finisce quarto a 48 secondi (una vita) da Verstappen che ha concluso 57 giri guidando con il sigaro in bocca e il braccio fuori dal finestrino. Si sperava che i problemi di affidabilità della Ferrari fossero rientrati rispetto alla stagione passata, che in questi tre mesi si fosse trovata una quadra, ma questo primo fine settimana ha dimostrato che c’è ancora tanto lavoro da fare per il nuovo team principal Vasseur, e non sappiamo se basterà. E’ la prima gara è vero, ma certo, oltre a una macchina ferma anche i particolari non fanno ben sperare, come la perdita di pezzi di parafango anteriore durante il Q1, e soprattutto la scelta discutibilissima di preservare per la gara una gomma soft rinunciando quindi al secondo tentativo in Q3 di giocarsi la pole. Assurdo pensare di avere vantaggi tangibili con una gomma, si nuova, ma di un giro soltanto, se oltretutto in gara ti fermi prima di chi parte con quelle usate, incomprensibile.
Come se non bastasse in casa Ferrari poche ore fa si è dimesso una figura importante come il capo degli aerodinamici David Sanchez, padre delle due monoposto nate dopo la rivoluzione regolamentare del 2022, la F1–75 e l’attuale SF-23. Vedremo quali ripercussioni avrà questa vicenda, e soprattutto di chi sarà figlia, ma se saranno confermate anche le voci di addio del direttore di gara Laurent Mekies, è chiaro che si penserà al mondiale 2024, salvo miracoli. Peccato perché la rossa quest’anno è la più veloce ne rettilinei anche se il degrado gomme ancora penalizza molto la monoposto nelle curve. Non sembra esserci armonia in casa Maranello, vedremo se Frederic Vasseur potrà smarcarsi dalle imposizioni dell’ a.d. Benedetto Vigna che sembra già stanco della situazione in cui verte la Ferrari.
Momento delicato dunque, la Mercedes rimane sempre dietro anche se abbiamo visto essere in grado di rimediare in corsa, un Aston Martin rivoluzionata al 95 per cento e migliorata di 2 secondi e mezzo con un Alonso più motivato che mai, la McLaren porterà a breve nuovi aggiornamenti che non potranno che migliorare entrambe le monoposto e un Alpine già molto competitiva. Sarà un mondiale da non perdere, l’auspicio è capire, speriamo a breve, se da Maranello rientrerà il campanello d’allarme o se il campanello era quello del gong. Fine.